Tutto il blu del cielo

 

Melissa Da Costa in ‘Tutto il blu del cielo’ ci racconta dell’accompagnare.

 

Emile ha solo 26 anni e una forma di Alzheimer precoce e inesorabile. Così decide di fare quello che sognava da sempre ma che ha sempre rimandato. Decide di partire per un viaggio in mezzo alle montagne e alla natura con il camper. 

Pubblica un annuncio online: ‘Cercasi compagno/a di viaggio per un'ultima avventura’, senza aspettarsi nulla. Quando riceve una risposta ne rimane molto sorpreso. Chi è questa Joanna che vuole partire con lui?

 

“E’ gracile. Molto minuta. Ha le spalle strette. Si chiede come possa portare uno zaino così grosso. Sotto il grande cappello nero si nascondono un viso sottile, piccoli occhi scuri, piuttosto spenti, capelli castano chiaro arruffati, né lisci né mossi. Dev’essere bella quando vuole, quando si pettina i capelli, quando si mette la matita nera sotto gli occhi, quando non indossa abiti troppo larghi e non si nasconde sotto la tesa di un cappello. Ma in quel momento sembra solo piccola. Piccola e un po’ scialba. Un po’ trascurata.”

 

“Emile è un po’ spiazzato. Se l’era immaginata diversa. Il tono del primo messaggio lasciava presagire una ragazza sicura di sé, una ragazza spensierata, disinvolta, un po’ matta. Non quella specie di creaturina divorata dal cappello e timidissima.”

 

Questo libro ci racconta di come due perfetti sconosciuti riusciranno ad incontrarsi.

 

 

Emile la osserva, si fa tante domande ed è un po’ diffidente.

 

“Ha un passo pesante e leggero al tempo stesso. Pesante perché sembra portare un grosso fardello. Leggero perché sembra fluttuare.”

 

“Chi è e cosa ci fa lì con lui? Cristo santo, da cosa starà scappando per buttarsi sul camper del primo che passa, senza preoccuparsi di cosa accadrà?”

 

“Quella ragazza è fuori di testa, è una squilibrata, non ha alcun contatto con la realtà. E’ completamente persa. Vive in un altro mondo. Anzi, è già tanto se si rende conto di essere al mondo.”

 

Perché Joanna accetta di vivere un’esperienza così difficile?

Qual è il suo fardello? E da dove viene la sua leggerezza?

 

Lentamente questa giovane donna inizia a sorprendere Emile.

 

“Joanne si porta le ginocchia al petto, alza il viso pallido verso di lui.

‘Perché morirai presto?’

Ha quel modo di fare le domande, con voce dolce ma ferma, senza mostrare alcun imbarazzo. Gli piace molto.

‘E’ che dimenticherò tutto. Forse tra sei mesi. Ma forse domani.’

Joanne fa una smorfia, riflette.

‘Be’ in questo caso…’ … ‘In questo caso dovresti scrivere un po’ tutti i giorni. Ogni volta che ti viene in mente qualcosa … qualcosa che vorresti dire.’ ”

 

Il viaggio apre nuovi orizzonti e lentamente si scopre la ragione di tanta saggezza.

 

 

“ ‘Faccio ancora fatica a credere di essere qui’ dice Emile indicando il luogo che li circonda.

Joanne annuisce. Ha un’aria strana, un accenno di sorriso.

‘I paesaggi erano come un archetto che suonava sulla mia anima.’

Emile si ferma, con le scatolette di sgombro in mano. Non riesce a capire cosa lo sorprenda di più. La bellezza che lo circonda o le parole di Joanne che ogni volta escono dalla sua bocca quando meno se lo aspetta?”

 

Lentamente emerge la storia di Joanna, si scopre qual è il suo fardello e come quella leggerezza che la fa fluttuare sulle cose l’abbia aiutata a sopravvivere.

 

Joanna saprà accompagnare Emile nella sua ultima avventura con una umanità delicata di incredibile bellezza.

 

E alla fine rimane la sensazione che solo chi ha vissuto un dolore tremendo ed ha trovato la strada del tornare, può essere in grado di raccontarlo con garbo e profonda umanità.