I barbari

di Alessandro Baricco

Feltrinelli, 2006

I barbari di Alessandro Baricco

Per avvicinarci ai ragazzi con un atteggiamento attento e curioso, in grado di percepire umori, aspettative e speranze, trovo questo libro illuminante. Con uno stile ironico e provocatorio Baricco ci disegna un quadro sull'arrivo dei barbari. Noi siamo gli umani e i barbari sono i mutanti. Noi abbiamo i polmoni e i mutanti hanno le branchie e, forse, anche in ognuno di noi, stanno spuntando le branchie. Qui di seguito alcuni brani.

 

"Questo è … un saggio sull’arrivo dei barbari."

 

Libri

"Se osservate una classifica di vendite di libri, ci troverete un numero incredibile di libri che non esisterebbero se non partissero per così dire, da un punto esterno al mondo dei libri: sono libri da cui hanno fatto un film, romanzi scritti da personaggi televisivi, racconti messi giù da gente in qualche modo famosa; raccontano storie che già sono state raccontate altrove, o spiegano fatti che sono già accaduti in un altro momento o in un'altra forma. … il valore del libro sta nel suo offrirsi come tessera di un’esperienza più amplia: come segmento di una sequenza che è partita altrove e che, magari, finirà altrove.

La qualità di un libro, per i barbari, sta nella quantità di energia che quel libro è in grado di ricevere dalle altre narrazioni, e poi di riversare in altre narrazioni. Se in un libro passano quantità di mondo, quello è un libro da leggere: se anche tutto il mondo fosse là dentro, ma immobile, privo di comunicazione con l’esterno, quello è un libro inutile."

 

Google

 

"I due ragazzi americani che, contro ogni buon senso, stavano scaricando nel loro garage l’intero web si chiamavano Larry Page e Sergey Brin. Ai tempi avevano 23 anni. Quel che avevano in mente era un obiettivo tanto candidamente folle quanto semplicemente filantropico: rendere accessibile tutto il sapere del mondo: accessibile a chiunque, in modo facile, veloce e gratuito. Il bello è che ci sono riusciti. La loro creatura, Google, è di fatto quel che di più simile all’invenzione della stampa ci sia stato dato di vivere. Quei due sono gli unici Gutemberg venuti dopo Gutemberg. Oggi, usando Google, ci vuole una manciata di secondi e una decina di click perché un umano dotato di computer acceda a qualsiasi insenatura del sapere.

In Google il problema principale era la classificazione dei risultati: come dare un ordine gerarchico alle tonnellate di pagine che venivano fuori se facevi una ricerca. Page e Brin furono tra i primi a intuire che i link non erano un utile optional della rete: erano il senso stesso della rete. Senza link, Internet sarebbe rimasto un catalogo, nuovo nella forma, ma tradizionale nella sostanza.

... una certa rivoluzione copernicana del sapere, per cui il valore di un'idea, di un'informazione, di un dato, è legato non principalmente alle sue caratteristiche intrinseche, ma alla sua storia. E' come se dei cervelli avessero iniziato a pensare in altro modo: per essi un'idea non è un oggetto circoscritto, ma una traiettoria, una sequenza di passaggi, una composizione di materiali diversi. ... Chiedersi cos'è una cosa, significa chiedersi che strada ha fatto fuori da essa.

Quel che insegna Google è che c'è oggi una parte enorme di umani per la quale, ogni giorno, il sapere che conta è quello in grado di entrare in sequenza con tutti gli altri saperi."

 

L’esperienza

 

"L’esperienza … era legata alla capacità di accostarsi alle cose, una per una, e di maturare un’intimità con esse capace di dischiuderne le stanze più nascoste. Spesso era un lavoro di pazienza, e perfino di erudizione, di studio. Ma poteva anche accadere nella magia di un istante, nell’intuizione lampo che scendeva fino in fondo e riportava a casa l’icona di un senso, di un vissuto effettivamente accaduto, di un’intensità del vivere.

Sembra che per i mutanti, al contrario, la scintilla dell’esperienza scocchi nel veloce passaggio che traccia tra cose differenti la linea di un disegno. Perché il disegno sia visibile, percepibile, reale, … deve essere veloce, e così fare esperienza delle cose diventa passare in esse giusto il tempo necessario a trarne una spinta sufficiente a finire altrove. … I barbari vanno dove trovano sistemi passanti. Nella loro ricerca di senso, di esperienza, vanno a cercarsi gesti in cui sia veloce entrare e facile uscire. …E’ lì che scatta questa loro idea di uomo orizzontale, di senso distribuito in superficie, di surfing dell’esperienza, di rete di sistemi passanti: l’idea che l’intensità del mondo non si dia nel sottosuolo delle cose, ma nel bagliore di una sequenza disegnata in velocità sulla superficie dell’esistente."

 
(da I barbari di A. Baricco)

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