Abstract
Una riflessione sulla teoria dei complessi a tonalità affettiva di C.G. Jung e le ultime ricerche di neuroscienze basate sulle tecniche di neuroimaging con stimolazione audio-visiva del soggetto. In particolare la funzione del cervello limbico di prendere il comando in situazioni di stress e provocare una risposta automatica di tipo attacco, fuga o congelamento.
Questa è la traduzione in italiano di un mio articolo pubblicato su e-jungian.com . Ci sono situazioni in cui la psiche utilizza dei meccanismi di difesa che nella infanzia sono stati utili per la sopravvivenza psicologica, ma che in età adulta non lo sono più e possono addirittura diventare dannosi bloccando la crescita psicologica e ostacolando il processo del rigenerarsi.
Le situazioni che vi presento in questo articolo, sono situazioni estreme, molto rare e dolorose, ma è interessante analizzarne le immagini psichiche che le accompagnano, per poter coglierne alcuni segnali di allarme. Si tratta di tre persone morte prematuramente di tumore: Domenico Gnoli morto a 37 anni, Maria a 12 e Luca a 47 anni.
Ci sono dei rari momenti in cui si ha la sensazione di contattare qualcosa di molto profondo, e sentiamo, senza sapere il perché, che le cose cominciano a fluire nel modo giusto. Questa è la storia di uno di quei momenti.
Il Sé per Jung è “la totalità della personalità, la parte conscia e quella inconscia, ciò che è oggetto d’esperienza e ciò che ancora non è rientrato nell’esperienza.” [1]
Questa è la traduzione italiana di un mio articolo pubblicato su e-jungian.com .
Un complesso è “un insieme di rappresentazioni, pensieri, ricordi, in parte o del tutto inconsci, dotati di una forte carica affettiva” (Galimberti, 1992), che limita la libertà dell'Io. Una specie di buco nero che assorbe energie. Il film Departures
Nel 2005 usciva il documentario Sketches of Frank Gehry (in italiano Frank Gehry creatore di sogni) di Sydney Pollack. Appena l'ho visto mi sono accorta della felice coincidenza di tre elementi: il modo semplice e onesto con cui Frank Gehry si racconta, le sue opere e come cambiano negli anni, la testimonianza del suo psicoterapeuta che racconta alcuni aspetti della sua psicoterapia.
L'Ombra per Jung è il nostro inconscio. Ecco una storia su come avvicinarsi all'Ombra.
Il film Io non ho paura di Gabriele Salvatores, tratto dal libro omonimo di Nicolò Ammaniti, ci dà delle bellissime immagini su cosa significhi avvicinarsi all'ombra.
Cosa accade nella stanza della psicoterapia?
Ecco un video per farsi un'idea.
Segue una mia proposta di lettura.