di Enrico Galiano
Enrico Galiano in "L' arte di sbagliare alla grande" ci racconta dei nostri errori.
"No sbagliare non è bello, però è necessario. Necessario se si vuole sapere davvero chi siamo."
È dagli errori che si cresce. L' errore ci può dire molto, è sbagliando che scopriamo le parti più vere di noi.
Galiano ci racconta di quante volte nella sua vita ha rinunciato e si è fatto andare bene situazioni lontane anni luce da lui.
"Uscendo da quell’ufficio rinunciai al mio sogno di scrivere romanzi. Andai a casa, accesi il computer, scrissi il libro che l’editore mi aveva chiesto di scrivere: il racconto della mia appassionante vita da cameriere. In assoluto il libro più venduto dei tre che scrissi per lui, ma anche quello di cui non parlo praticamente mai, di cui quasi mi vergogno. E non per lui: per me. Me ne vergogno perché non ero io, quello."
"Ero quello che mi avevano chiesto di essere. E’ così che facciamo, quando abbiamo paura di uscire dal tunnel o quando ci convinciamo che una uscita proprio non ci sia: lo arrediamo. Disegniamo le finestre, attacchiamo al muro dei poster di luoghi esotici pieni di luce."
E poi c'è la trappola del bianchetto: una scorciatoia che non ci fa imparare dai nostri errori.
"Il punto è che l’errore, con il bianchetto, non è che scompaia: è sempre lì sotto. Fa solo finta di non esserci. E’ un trucco, apparenza, bella facciata. Lui è lì, siamo noi che facciamo di tutto per non vederlo."
"Non impari niente dai tuoi errori, se pensi che con un paio di gocce li farai sparire. Non ti parlano, non ti insegnano. Non ti riguardano."
A volte, dice Galiano, l' errore più grande è non accorgersi del talento mentre siamo tutti concentrati a cercare l' errore.
"La bellezza, quella vera, vive e respira nel suono della parola giapponese wabi sabi, che spesso viene tradotta con 'la bellezza che si trova nell’imperfezione' ”.
Forse la migliore traduzione di wabi sabi non la si può trovare in un dizionario, ma in una canzone di Leonard Cohen che dice: “C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che passa la luce.”
"Dopo qualche anno in mezzo a banchi e ragazzi ho capito una cosa, sui difetti: che spesso non sono veri difetti, ma pregi a cui qualcosa è andato storto."
"Solo poco tempo fa ho capito che tutti quei difetti non erano semplici difetti, ma segni di qualcosa di grande, della nostra natura più intima e forte che preme per farsi vedere, per farsi riconoscere. Certo in modo sconclusionato a volte, o goffo, o addirittura antipatico: ma sotto lo strato oscuro e respingente del difetto, quasi sempre si nasconde la parte più luminosa di noi."
"Quanti sono i ragazzi che vivono la condizione di possedere un talento e di vederlo sminuito o addirittura tarpato, da una cattiva percezione che ci fa vedere solo l’errore e non cosa c’è sotto, solo l’imperfezione e non il pulsare di una qualche grandezza."
"Insomma è facile rendersi conto dei talenti dopo che sono esplosi agli occhi del mondo, ma quante volte siamo noi adulti a voler usare il bianchetto per coprire quello che consideriamo un errore, col rischio di cancellare, insieme all’errore, qualcosa di prezioso?"
Galiano a un certo punto si è reso conto che per correggere i compiti non serve solo la penna rossa, ci vuole anche la penna verde.
"Armati di sola penna rossa non li aiutiamo a trovare la bellezza nascosta sotto uno strato di sbagli, una bellezza che spesso neanche loro sanno di avere, se non c’è nessuno che glielo dice, che gliela mostra: a lungo andare c’è il rischio che ci convinciamo anche noi di essere solo buio, di non avere niente di speciale, di non essere capaci, di non avere talenti. Di non valere granché."
"E invece bisognerebbe fare proprio così, sempre. Dirglielo, a tutti, quando mostrano qualcosa di bello. Farlo sapere quando un po’ della loro luce fa capolino all’esterno. Soprattutto alle ragazze e ai ragazzi. E, fra loro, soprattutto a quelli che fanno fatica a credere in sé stessi."
A volte uscire dai binari, fare una scelta diversa o incomprensibile non è un andare fuori tema, ma piuttosto il seguire una corrente sotterranea che ci porta verso progetti più grandi o semplicemente più nostri.
"Quella deviazione dal percorso stabilito, quell’uscita temporanea dal cammino iniziale erano in realtà un correre più spedito verso una meta sconosciuta ma grandiosa."
"Ci sono istanti, nella nostra vita, che sono come deragliamenti: treni che escono dai binari, perdite di senso, crisi. Eppure, a quel deragliare a volte fa seguito un procedere lungo binari più segreti e nascosti. Sono dei perdersi che, come gusci, nascondono in sé la luce di un qualche trovarsi."
"Siamo tutti fiumi in corsa verso il mare: siamo tutti curve, andare fuori strada, destini che sembrano deragliare e invece stanno solo cercando, con più forza, sé stessi."
"E ripenso a tutte le volte in cui ci sembra di essere dei fuori tema in mezzo ad altri che invece ci sanno stare, in tema, e per questo cambiamo, ci adeguiamo agli argini della vita, cerchiamo di essere come loro, e alla fine diventiamo qualcosa che non siamo noi. E a tutte le volte che, per restare in tema, rischiamo di andare davvero fuori dal tema più importante."
Galiano ci regala una mappa preziosa per orientarci e poter trovare la nostra strada. Una mappa utile e onesta, costruita sulla sensibilità e l'ascolto di sé stesso e di tanti ragazzi.
L' importante è riuscire a trovare la propria strada, e anche se ogni tanto ci sembra di girare più larghi, come le anse del fiume, l' importante è arrivare ad esprimere il proprio sé più autentico.
Immagini create con l'AI